Alla metà del XIX secolo, il grande problema irrisolto del nascente alpinismo è senza dubbio il Cervino, la Grande Becca come viene chiamata dagli abitanti della Valtournanche. La verticalità e la severità della montagna incutono timore e rispetto e nello stesso tempo fomentano le ambizioni degli alpinisti, che sono consapevoli che il raggiungimento della vetta può cambiare loro la vita. Il primo a capire che la conquista della cima avrebbe potuto dare anche un impulso decisivo al turismo in Valtournenche fu il canonico Jean-Georges Carrel (1800-1870).

Fu proprio Georges a spingere Jean Antoine Carrel (1829-1890), vero protagonista nelle sfide degli anni successivi, a compiere il primo tentativo di salita al Cervino (1857), che conduce quest’ultimo, in cordata con Jean Jacques Carrel e Amé Gorret fino all’inviolata cima della Testa del Leone. A sostenere fermamente la possibilità di salire il Cervino è proprio il sacerdote Amé Gorret (1836-1907), cugino di Carrel, anch’egli valente alpinista, socio onorario del CAI dal 1869 e autore nel 1877, con Claude Bich, del libro ‘Guide de la Valle d’Aoste, che si può considerare la prima guida alpinistica della regione. Poco dopo il tentativo di Carrel, irrompe in Valle la figura di Edward Whymper (1840-1911), che raggiunge le Alpi nel 1860, incaricato dall’editore inglese Longman di compiere un tour della catena alpina per realizzare incisioni destinate alle illustrazioni dei volumi da lui pubblicati.. Sarà lui la figura decisiva per la conquista del Cervino. Ma non solo. Whymper negli anni immediatamente precedenti alla prima salita della Grande Becca, raggiunge per primo, con un’eccezionale combinazione di ambizione, coraggio, tecnica, tenacia e determinazione, alcune delle più prestigiose cime delle Alpi occidentali: Mont Pelvoux, Barre d’Ecrins, Mont Dolent, Aiguilles de Trélatéte, Aiguille d’Argentiere, Grand Cornier e soprattutto compie la salita a due vette grandiose, Grandes Jorasses (24 giugno 1865) e Aiguille Verte (28 giugno 1865), salite quindi pochi giorni prima del Cervino, in una “infilata” di prime ascensioni che contribuirono a rendere lo scalatore inglese una vera e propria figura spartiacque della storia dell’alpinismo.

Il vittorioso tentativo di salita al Cervino del 14 luglio 1865 è preceduto da ben otto tentativi andati a vuoto da parte di Whymper, che già nel 1861 si mette in contatto con Carrel, considerato da Edward la più valente guida presente in Valtournanche. Nonostante le salite compiute insieme e il tentativo fallito del 1863 di salire il Cervino per la Cresta del Leone, i due sono incompatibili caratterialmente e dietro alla loro collaborazione si nascondono invidia e competizione. La scintilla si accende l’11 luglio del 1865. Whymper si è accordato con Carrel che quest’ultimo lo aspetti a Breuil fino a quel giorno per tentare insieme la salita, quando poi dovrebbero arrivare Quintino Sella e Felice Giordano, che teoricamente dovrebbero liberare Carrel e dare il supporto necessario a Whymper. Ma il 10 luglio quest’ultimo scopre che Carrel si sta dirigendo verso la Gran Becca con altri due compagni. Whymper riesce in poche ore a mettere insieme una squadra di fortissimi alpinisti (Charles Hudson, Robert Hadow, Francio Douglas, Michel Croz, Peter Taugwalder padre e Peter Taugwalder figlio) e parte per raggiungere la vetta per la Cresta dell’Hornli (attuale via normale svizzera). Alle 13,40 del 14 luglio Whymper e Croz raggiungono la cima, mentre Carrel e compagni sono a ancora al Pic Tyndall, ricevendo in regalo dai vincitori una scarica di sassi. La cordata di Whymper paga però un durissimo prezzo alla scalata: durante la discesa infatti Douglas, Hudson, Hadow, Croz perdono la vita per una caduta provocata da Hadow. La risonanza planetaria della tragedia ha rilevanza quasi pari al clamore suscitato dalla riuscita dell’impresa alpinistica, inaugurando l’eterno dibattito sulla pratica stessa dell’alpinismo e sui rischi legati ad esso. Tre giorni dopo, il 16 luglio, comunque Carrel, insieme a Jean Baptiste Bich e a Jean Augustin Meynet, si prende una parziale rivincita, riuscendo a conquistare la vetta per la Cresta del Leone, inaugurando l’attuale via italiana di salita alla cima.
Prima salita Cresta dell’Hornli (Via Normale Svizzera): 14 luglio 1865 – Edward Whymper, Charles Hudson, Robert Hadow, Francio Douglas, Michel Croz, Peter Taugwalder padre e Peter Taugwalder figlio
Prima salita Cresta del Leone (Via Normale italiana): 17 luglio 1865 – Jean Antoine Carrel, Jean Baptiste Bich e a Jean Augustin Meynet
da A.Greci, Escursionismo consapevole in Valle d’Aosta, Idea Montagna Editoria e Alpinismo, Villa di Teolo 2018