
Il primo bivacco fisso costruito per esigenze alpinistiche fu posizionato il 27 agosto del 1925 in Valle d’Aosta, al Col des Echellettes, su un piccolo terrazzo roccioso affacciato a picco sul sottostante Ghiacciaio de la Lex Blanche. Tutt’ora questo è il più vecchio bivacco fisso ancora esistente sulle Alpi, intitolato a Adolfo Hess (Torino, 1878-1951). Ingegnere, alpinista e scrittore, egli fu nel 1904 tra i soci fondatori (e disegnatore del simbolo) del Club Alpino Accademico Italiano, presidente della stessa associazione tra il 1926 e il 1929. Nel 1923 accolse immediatamente la proposta di Mario Borelli di costruire dei bivacchi fissi sulle Alpi per fornire agli alpinisti punti di appoggio per le ascensioni nelle zone più remote. Con lo stesso Borelli e Francesco Ravelli, Hess creò una commissione che si occupò di elaborare il progetto. Rielaborando il concetto dei ricoveri in lamiera utilizzati durante la Prima Guerra Mondiale, Hess progettò la struttura che venne poi realizzata, trasportata e assemblata in sito, per il costo complessivo di 6000 lire, da Francesco Ravelli con i fratelli Pietro e Zenone. La ditta Ravelli F.lli era titolare di un negozio di articoli da montagna, molti dei quali da loro stessi fabbricati, un laboratorio artigiano che nel corso degli anni successivi si dedicò con continuità alla realizzazione delle componenti necessarie per installare bivacchi fissi sulle Alpi. Dopo il bivacco Hess e il bivacco del Frebouze, collocato in Val Ferret ai piedi delle Grandes Jorasses tre giorni dopo quello del Col des Echellettes, molto bassi e di limitate capacità (4 persone), i Ravelli rielaborarono il progetto dando vita al modello Apollonio, più alto e più grande, capace di contenere fino a 9 persone: nasceva così la struttura in lamiera che, ancora oggi, è sinonimo di bivacco fisso in tutte le Alpi italiane.