Non sempre le montagne è emozionante averle sotto i piedi o avvertirle come immensa presenza sopra di noi, talvolta lo stupore nasce dal semplice racconto di ascensioni e imprese alpinistiche affrontate da altri, o dal contemplare le tracce che un uomo cerca di creare osservando quelle vette e tramutando quell’emozione nei colori e nelle linee sulla carta o sulla tela.

Renato Chabod era un montanaro alpinista e questo lo si capisce dal tratto della sua pittura, dallo studio minuzioso delle linee delle sue montagne, dalla quantità di spazio che queste occupano nelle sue tele, di cui sono regine. Il cielo è spesso verticale, come se ti cadesse addosso. Le montagne sono quasi sempre a ridosso del cielo spinte al margine della cornice. Lo stile è scultoreo, lo si riconosce. Si riconoscono i suoi schizzi nelle Guide Monti d’Italia, si riconosce il vigore della scelta della sua tavolozza di colori nelle sue illustrazioni nelle guide e nei manuali, ed è un piacere ritrovare le sue tavole appese alle pareti del Forte di Bard in questo luogo così attento a celebrare le sue montagne.

“… è certo che uno ”degli incentivi concreti della mia voglia di vivere” è precisamente rappresentato dalla voglia di dipingere le grandi montagne come le vedo e le sento io, montanaro alpinista“
Renato Chabod, Diari, 1942
Sono passati trent’anni dalla scomparsa nel 1990 a Ivrea di questa figura così rappresentativa della vita politica, culturale e alpinistica valdostana e italiana e non poteva esserci occasione di restituzione migliore che un percorso di scoperta della sua vita e delle sue opere attraverso questo allestimento.
Spesso capita ad ogni alpinista di dovere accettare riposi forzati, di allontanarsi temporaneamente dai monti, di restare per un certo tempo a valle. Momenti che la maggior parte delle volte vengono vissuti da noi amanti della montagna con sofferenza e profondo senso di privazione, ma che talvolta sono esattamente delle occasioni. Come per Renato fu nel luglio del 1935 dopo la Nord delle Jorasses e la Nord del Pic Adolphe: la sua iniziazione alla pittura.

Questa pause dalle salite ci permettono di guardare le vette e tutto ciò che ci attrae ed emoziona nel salirne le pareti, nel conoscerne i segreti, nell’aprire nuove vie, con una giusta distanza e ci offrono l’occasione di restituire le esperienze sensoriali delle scalate in altro modo. Chi con la scrittura, chi con la pittura.
Luigi Carluccio nella Gazzetta del Popolo del 1974, come si legge in un pannello lungo l’allestimento, scrive che “il pittore ha la stessa natura dell’alpinista. E’ forte, deciso, robusto, sa dove arpionare le dita, cioè le toccate del pennello; sa come affondarle, come stenderle a seguire la conformazione rocciosa a segnare gli spacchi e i profili. La materia pittorica è grondante nella luce e nella ombra. […] C’è qualcosa di sacro nel sentimento che guida Chabod a dipingere le sue montagne; che fa diventare le montagne un mito. Un mito di cui Chabod conosce ogni segreto sicché il monumento è frugato nelle pieghe, smontato forse strato a strato, scaglia a scaglia per poterlo poi di nuovo ricomporre con un atto d’amore che s’esprime in termini di pittura.”
Rubiamo queste sue parole perché esprimono esattamente ciò che vediamo nel contemplare le tavole di Chabod, lo stesso piacere e passione per quell’alpinismo che accompagna anche le nostre sfide, le nostre ambizioni, il nostro desiderio di raccontarle e che tentiamo ogni volta di restituire e condividere in termini di scrittura.
Il Cervino, dall’Alpe di Valsemma, 1944. Olio su compensato, cm 45×36 Il Gran Paradiso, dal Tramouail de Djouan, 1953. Olio su compensato, cm 56×46 Les Grandes Jorasses, parete Nord, con gli speroni Walker e Croz, anni ’60 . Olio su truciolato, cm 59×49 Montandayn? e Piccolo Paradiso, dal Tramouail de Djouan, 1975. Olio su truciolato, cm 56×47
La mostra, La Montagna Titanica di Renato Chabod, è visitabile dal martedì al venerdì 10.00-18.00 e sabato e domenica e festivi 10.00-19.00 presso il Forte di Bard fino al 10 gennaio 2021, se vi capita di passare in quelle zone, andate a visitarla.
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