Ho perso il conto. Non delle cime salite, non dei metri di dislivello o delle giornate passate a girovagare a caccia di vie normali. Ho perso il conto delle volte che mi sono seduto immobile a riguardare il sentiero percorso, ad ascoltare, rivivere, osservare, riassaporare momenti ed emozioni che ogni luogo unicamente regala.
Uno scorcio tra i rami, i disegni tra le pieghe della roccia, una cresta tanto sottile quanto lontana dal quotidiano, un angolo di prato verde tra la pietre, un grande ometto in posti dimenticati, la neve fresca che sublima luccicante al sole di una calda giornata estiva, il rumore dei camosci che corrono liberi con la grazia di una ballerina e la potenza di un centometrista, le impronte registrate dal fango, lo sfrigolio dei ramponi sulla roccia, il cuore che batte al ritmo delle mani che stringono appigli levigati dal vento, il silenzio assordante della montagna in una giornata d’autunno.
Immagini che si trasformano in parole, frasi che si perdono tra l’oggettività di una relazione, i numeri di una via, per raccontare una salita sognando la prossima cima.
Non è stata una stagione facile sul Monte Rosa. Dopo il primo anno sul Cervino, ero davvero carico e fiducioso. Lo scorso anno ogni cima era stata letteralmente ”sudata”, ho arrampicato praticamente sempre, spesso su roccia dubbia, a volte bellissima, spesso da solo, tante volte con amici, ho imparato molto, mi sono divertito ma non mi sono veramente mai fermato. Fermato semplicemente a pensare. Ogni passo necessitava il successivo, ogni attimo solo concentrazione, sceso da una cima ogni energia era finalizzata alla successiva. Salire tutte le normali alpinistiche di una zona in una sola estate è stata una vera sfida, per nulla scontata ma (per fortuna) vinta. Il risultato è il primo volume della collana che da qualche mese tocco con mano, ogni tanto sfoglio per riassaporare le salite o controllare le virgole. Se è ben fatto, utile, preciso e quant’altro non sta certo a me giudicarlo. Qualche messaggio è già arrivato, belle parole che riempiono il cuore.
Non è stata una stagione facile sul Monte Rosa. Le ”mie salite” alpinistiche erano in numero poco di più dello scorso anno, ma tecnicamente erano un’altra cosa, spesso più cime secondarie al limite tra alpinismo e escursionismo d’avventura, con poche informazioni dove la cosa più importante era trovare il percorso più facile e proponibile come via normale. Certo poi a ripensarci c’erano i Lyskamm, i 4000, le Dames Challand, altri bei cocuzzoli rocciosi… Doveva essere più facile ed invece è stato semplicemente diverso.
Ho iniziato tardi, sono ritornato spesso sui miei stessi passi semplicemente per salire una sola cima, per mettere il piede sul punto più alto, sono scivolato, mi sono rialzato e ora, scritta la parola FINE sul capitolo delle salite è giunto il momento di riempire pagine vuote di quelle stesse parole, di quei momenti, di quelle salite, di 186 cime per dare vita al secondo volume della nostra collana sulle Vie Normali della Valle d’Aosta dedicato al Monte Rosa, la Val d’Ayas e la Valle di Gressoney.
Aspettando l’uscita del secondo volume, prevista per la fine della prossima primavera, è possibile sostenere il progetto partecipando al crowdfunding (preordinando la guida o ordinando il primo volume sul Cervino in combinazione con delle bellissima magliette del progetto).