Quest’anno il mio elenco di cime alpinistiche/arrampicatorie/sperdute/dimenticate/ci sarà mai salito qualcuno? recita 37. 37 cime che ho scansionato e diviso tra quelle più o meno impegnative, quelle più o meno lunghe, quelle che necessiterebbero un buon compagno, quelle che teniamocele per l’autunno! ma da dove iniziare? La scelta non è facile… e con tutta la razionalità possibile alla fine in testa ne ho una e una sola, la ”più comoda”. Ero appena stato sulla più alta, quindi passare alla più bassa del mio elenco, risultava anche una scelta quantomeno elegante 🙂
E così la meta è decisa: Punta Loo, la ‘prima elevazione’ della destra orografica del Vallone di Loo, un suggestivo angolo della Valle di Gressoney.
Raccontare la salita sarebbe ora lungo e molto poco avvincente. La relazione sarà sulla guida, quindi appuntamento alla prossima estate. Non resta che provare a riportare qualche frammento di emozioni che mi ha regalato anche la piccola Punta Loo, dimenticata e sconosciuta ai più.

Non avevo molte informazioni su questa montagna ma sembrava raggiungibile senza particolari difficolt? da uno dei due versanti tra boschi e ripidi prati, e questo bastava. La cima ? poco pi? bassa del vicino ”Colle”, un passaggio attraversato da un sentiero che collega l’Alpe di Loo di sotto con l’Alpe Monsoulier. Il sentiero era presente come traccia su qualche carta (anzi era segnato come 12A) ma non sulla cartina dell’Escursionista, certamente la pi? affidabile della zona. Il comodo sentiero segnato che partendo da Loamatten sale al Vallone di Loo, passa per? giusto 200 metri di dislivello sotto il Colle e il versante non sembrava troppo ripido… era il luogo giusto dove iniziare la ”ricerca della normale” della Punta Loo!!

La giornata è splendida quando raggiungo gli alpeggi di Ondro-Loo. La valle è un gioiellino ed è quasi un peccato abbandonarla per salire su quel cucuzzolo erboso, non certo entusiasmante… ma la voglia della ricerca della miglior via e della vecchia traccia mi rimette in moto. Il versante non è ripido e il Colle è ben evidente, della traccia neanche l’ombra! Faccio un po’ di avanti e indietro. Cerco nel bosco e sul ghiaione, qualche ometto o segno ma nulla. Inizio a salire per quello che sarebbe il percorso più logico, dove forse sarebbe probabilmente salita anche la traccia; ogni tanto sembra di incontrarla, una linea tra l’erba e i sassi ma potrebbe essere qualsiasi cosa… animali o la mia fantasia.

L’ultimo tratto nel bosco è più ripido e ben presto si lascia intravedere il Colle. Poco sotto incontro i resti di qualche vecchia costruzione in pietra; la direzione era quella giusta!! Raggiunto il Colle, la vista si apre sull’altro versante, molto più selvaggio di quello di salita e nessun segno della fantomatica traccia. Inizio a seguire la cresta, il terreno è pestato, un tracciolino c’è, e poi eccolo lì, beffardo nella penombra come a volersi nascondere inciso su un tronco, un bollo giallo e il numero 12A. Sorrido e proseguo, i segni si susseguono, la cresta segnata e panoramica tra balze erbose e facili roccette conduce con qualche saliscendi alla Punta Loo (2116 m).
Il panorama non è male su tutte le cime del lato opposto della Valle di Gressoney e spunta anche un angolino bianco dei ghiacciai del Rosa.

La prima è andata, ne mancano 36. Inizio a scendere, ripercorro la traccia lungo la cresta, poi indovino i segni tra l’erba che scendono a sinistra. Il sentiero è poco frequentato, ma la traccia c’è e i bolli rossi e gialli si alternano con precisione e costanza: probabilmente si saliva di qui… 😉
Continua… (tra errori e cime confuse)
Federico